Fonte: www.focolare.org
Gli studenti dell’Istituto Universitario Sophia (Loppiano
- FI) provenienti da vari Paesi africani si interrogano su come dar vita a
un’esperienza universitaria di questo tipo anche nel loro continente.
Arrivano da Burundi, Repubblica Democratica del Congo,
Costa d’Avorio, Camerun e Kenya. Hanno in comune lo studio all’Istituto
Universitario Sophia (IUS) e una domanda: “Se quest’esperienza corrisponde
sempre di più alle domande sul futuro dei nostri popoli, perché non immaginare
che possa trovare casa anche nel continente africano?”
Un’idea che va crescendo di giorno in giorno, finché il
22 febbraio gli studenti dell’Africa sub-sahariana iscritti ai corsi di Laurea
e Dottorato dello IUS, si sono dati appuntamento per condividere un progetto.
Martine Ndaya del Congo racconta: “Studiare a Sophia non
è stata una scelta facile… Eppure, a distanza di pochi mesi da quando sono
entrata in aula, posso dire che questa esperienza interdisciplinare e di
convivenza multiculturale risponde alle mie aspettative, a quelle più
profonde”. Prosegue Pulcherie Prao della Costa d’Avorio: “Tra di noi ci
confrontiamo spesso, ci scambiamo impressioni e difficoltà, ci ritroviamo per
parlare delle sfide che abbiamo davanti. Per questo, qualcuno ha cominciato a
dire: quando ci sarà la possibilità di veder nascere Sophia in Africa?”.
Sono numerose le iniziative di formazione superiore
intraprese anche in anni recenti nelle diverse regioni del continente, ma non
tutte sono in grado di corrispondere ai problemi reali dettati dalla domanda di
pace, di sviluppo e di partecipazione delle diverse aree. Anche in Africa le
società non sono risparmiate da processi violenti in cui il consumismo e il
materialismo lacerano il tessuto morale e culturale.
Un percorso di formazione ispirato all’esperienza di
Sophia potrebbe rappresentare, sia sul piano della ricerca che dell’impegno
etico e culturale, non solo uno spazio di comunione tra i popoli africani, con
la loro diversità e bellezza, ma anche un luogo aperto ai giovani di altre
culture per arricchirsi del senso di comunità di cui l’Africa è testimone, dei
suoi modelli di partecipazione diffusa, dei suoi coraggiosi percorsi di
riscatto.
Melchior Nsavyimana del Burundi, ricordando Nelson
Mandela, afferma che “l’educazione è il
più potente motore di sviluppo, è lo strumento più efficace per rispondere alla
sofferenza che devasta la vita di tante persone”.
Sophia in Africa: un sogno, ma allo stesso tempo, un
processo che comincia. Nel dialogo, sono emerse varie opportunità da cogliere
per aprire la strada, senza sottovalutare difficoltà e ostacoli oggettivi. È
necessario esplorare le diverse possibilità, coinvolgere tanti, raccogliere
disponibilità e tessere sinergie. Per ora, il gruppo promotore allo IUS ha
deciso di incontrarsi periodicamente per mantenere vivo l’interesse e portare
avanti il programma. E
far seguire al primo passo, tanti altri.
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